Trasporto di macchine operatrici: Alessandro Giupponi si affida alla potenza del suo Arocs 3253

Economia & Logistica

Obiettivo: la cabina del camion.

Alessandro Giupponi ha sempre desiderato diventare camionista. 18 anni fa ha cominciato a lavorare in cantiere per Armofer. Oggi è orgoglioso di sedere al volante di un Arocs 3253, che guida più volentieri della sua automobile.


Le demolizioni e bonifiche di edifici o di intere aree industriali sono spesso più difficili dei lavori di costruzione e richiedono un’ampia gamma di equipaggiamenti e personale ben preparato. A questi compiti si dedica dal 1961 l’Armofer, un’azienda con sede a Siziano, alle porte di Milano.



Passione fin da bambino.

Alessandro Giupponi è uno dei collaboratori dell’azienda milanese fin da quando ha cominciato a lavorare, diciotto anni fa. «Ho la passione dei camion fin da bambino e ho avuto la possibilità di conseguire le patenti superiori durante il servizio militare nel Corpo dei Bersaglieri», egli spiega. Dopo il congedo, è stato assunto dall’Armofer: «Ho cominciato dalla gavetta, ossia a raccogliere nei cantieri il materiale demolito. Poi sono passato ai comandi di un mini-escavatore e di macchine operatrici sempre più grandi, ma l’obiettivo era la cabina del camion».

Un obiettivo che Alessandro finalmente ha raggiunto dopo qualche anno di lavoro e culminato quando è salito nell’abitacolo dell’Arocs 3253, immatricolato dall’Armofer la scorsa estate. Il veicolo è veramente impressionante: un autocarro a quattro assi con una potente gru retrocabina. «Lo usiamo per trasportare le attrezzature per la demolizione dei cantieri, da solo o con un rimorchio agganciato», precisa Alessandro.



Il carico: bracci e zavorre.

Uno dei compiti principali di questo veicolo è portare i lunghi bracci e le zavorre delle macchine operatrici che demoliscono gli edifici e che rimuovono le macerie. «Nella guida, la parte più impegnativa è in città, dove viaggio spesso. Bisogna avere sempre molta concentrazione, perché spuntano da ogni parte automobili, moto e biciclette. La visibilità è molto importante e questa è stata la prima caratteristica che ho notato nell’Arocs la prima volta che ci sono salito. La seconda è l’elevata manovrabilità, agevolata dai tre assi sterzanti, due anteriori e uno posteriore. Queste qualità sono utili anche nelle manovre in cantiere, dove spesso ho un margine di pochi centimetri»


La potenza del motore è un autentico vantaggio.

Alessandro apprezza anche le prestazioni del motore: «La gru retrocabina porta la tara di questo Arocs a 27,5 tonnellate. Praticamente è come viaggiare con un carico anche quando sono vuoto e serve una buona potenza, considerando che posso affrontare strade e autostrade con forti pendenze». L’arrivo in cantiere non esaurisce il lavoro di Alessandro, che indossa il casco e si trasforma di autista a operatore della gru: «Devo applicare stessa precisione, concentrazione e pazienza usate per guidare anche nella manovra della gru, perché basta un piccolo errore per causare gravi danni. A volte montiamo un cestello per interventi in altezza e la Legge impone che ci sia anche io a bordo, con l’assistenza di un collega a terra che possa manovrare il braccio con i comandi manuali, nel caso di malfunzionamento del telecomando». Insomma, la sicurezza è sempre al primo posto nel lavoro quotidiano di Alessandro: «Da questo punto di vista, l’Arocs è il miglior camion con cui ho operato finora e al volante mi sento più comodo e sicuro di quando viaggio sulla mia autovettura».



Fotografie: Michele Latorre

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